Conclusioni
In un piccolo libro di diversi anni fa, contenente storie di anoressia, la giornalista e sociologa Mimma Donati definì queste pazienti "angeli senza ali". Nella prima pagina si legge: "... i sogni ormai sono tutti vecchi, ma esistono gli angeli che camminano tra la sorda folla, angeli che sfuggono al rumore, angeli che vivono del soffio vivo". Sono parole indubbiamente suggestive e di effetto, ma che personalmente non condivido perché rischiano di arricchire la malattia di un fascino pericoloso e non realistico, rinforzando nelle ragazze quel desiderio di "assenza di corpo" che inseguono caparbiamente depistando da tutto quanto di pratico, realistico, ed estremamente materiale c'è invece nella malattia. Gli angeli non appartengono alla dimensione terrena, ma abitano corpi di nebbia invisibili a noi mortali. Le ragazze anoressiche che girano per le strade delle nostre città, lungo i corridoi di centri specializzati, che salgono le scale per suonare alla...