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Visualizzazione dei post da novembre, 2024

La Raccontafiabe

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Vorrei raccontarvi una fiaba. Io adoro le fiabe, ve ne sarete già accorti credo. Parlo a chi frequenta il blog ideato da me e Giada, con due modalità totalmente differenti. Non solo per la diversità delle nostre professioni -lei biologa nutrizionista, io psicologa clinica- ma per la diversità caratteriale. Ugualmente sensibili e attente all'altro, questo assolutamente sì, ma lei forse un po' più realistica. Poi ci sono io, che riesco a esercitare la mia realtà solo se rivestita di quella parte fiabesca che abita in me e che non riesco a sradicare. Mi sono chiesta tanti "perché", milioni di volte. E mi sono data tante risposte, altrettanti milioni di volte. Che ero una bambina estremamente delicata di salute per quelle violente bronchiti che mi stringevano il petto fino a togliermi il respiro, facendomi credere che me lo avrebbe tolto per sempre quel respiro. Questo dai 9 mesi ai 13 anni. Con febbroni che mi costringevano a trascorrere buona parte dell'inverno a le...

Che Cos'è Il Surrealismo?

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È una risposta non facile da dare poiché il surrealismo è a volte uno stato d'animo che muta con il mutare degli anni. Ognuno è surrealista a proprio modo e anche a proprio capriccio. Sì può essere contemporaneamente surrealisti e non surrealisti, secondo le circostanze e gli avvenimenti. È naturale che l'artista rifiuti le strettezze di uno schema troppo rigido che può solo danneggiare la purezza e la spontaneità della sua ispirazione. Non vuole essere condizionato troppo a lungo dalle teorie, anche se queste teorie vengono dalla fervida e inesauribile intelligenza di Andrè Breton. Ma Breton deve giustamente difendere l'immagine di un surrealismo che vuole essere universale: che non è solo pittura, ma è anche poesia, letteratura, filosofia, cinema, teatro, modi di vivere e di pensare, comportamento sociale, rivoluzione e trasformazione del mondo, in definitiva un messaggio rivolto anche al futuro. È Breton dunque che risponde alla domanda cos'è il Surrealismo con un te...

L'Evoluzione Pittorica di Magritte

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Nei dipinti precedenti al 1930 si nota molta atmosfera e una estrema attenzione per l'ambientazione. È solo con gli anni 50 che il tema principale diventa quello delle figure viste di fronte o di spalle, e collocate per lo più in un ambiente luminoso e neutro. Il rapporto di Magritte con questa figura isolata dalla folla eppure indissolubilmente legata, è estremamente interessante. La sua attenzione è tutta rivolta alla ricerca dei rapporti tra gli oggetti o tra le persone e gli oggetti. Un fenomeno di auto proiezione non si accorderebbe con il timore di Magritte all'idea di varcare la soglia dell' introspezione. Egli cerca in tutti i modi di difendere il territorio proibito, evitando se possibile i volti, celandoli dietro un panno eliminando del tutto la testa o ponendole di fronte una mela, un uccello, un mazzo di fiori. Ma più di tutto egli preferisce rappresentare la figura di spalle. Chi saprebbe riconoscersi di spalle? A Magritte piace fissare la schiena del suo uomo ...

René Magritte ed Il Problema Dei Titoli

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I titoli che Magritte diede alle sue opere potrebbero apparire di secondaria importanza rispetto alle opere stesse. Eppure se si indaga sulle origini e le intenzioni di questi titoli oscuri, ci si ritrova di colpo nel cuore stesso del surrealismo pittorico. I titoli nascevano sempre dopo la creazione dell'opera. Nell'arte ciò accade spesso, ma nel surrealismo si tratta di una regola generale, e nel surrealismo di Magritte questo vuole dire che la genesi di un tema deve essere dissociata da esperienze, da oggetti, avvenimenti, trasposizioni, e situazioni descrivibili a parole. L'interesse profondo di Magritte per i titoli e soprattutto per il cambiamento della loro funzione (che è ciò a cui egli mirava) è per quanto si sappia unico. Egli separò il nome dagli oggetti rendendo consapevole chi osserva un suo quadro dell'enorme abisso che separa la convenzione dominante dalle parole, dal significato vero delle cose. Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su ...

I Traumi Nella Vita Di Magritte. (annodano le loro radici con il mistero delle sue pitture.)

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Primo evento traumatico: - dalla sua culla a circa 1anno di età René Magritte vede uomini con l'elmetto che trascinano l'involucro di un aerostato che si era arenato sul tetto della dimora familiare. - nel 1912 sua madre Regine rifiuta di vivere e si getta nella Sambre. La ritrovano e la portano a riva con la testa avviluppata nella camicia da notte. "Fu uno choc" scriverà Magritte. ................ 1) In riferimento al primo trauma l'immagine di un aerostato o di una mongolfiera, ma assai più frequentemente di una semplice sfera, di un pallone, di un ovale, apparirà sovente nei suoi quadri come motivo ossessivo e crudele. Qualche volta la sfera assume la forma di una mela rinchiusa in una stanza (" La chambre d' ecoute " 1952) o una sfera di luce (" Le principe du plaisir " 1937). 2) Riguardo al secondo evento traumatico -il suicidio della madre- farà probabilmente nascere in Magritte il desiderio della cancellazione delle immagini in altr...

Le Chateau Des Pyrenees ( Il Castello nei Pirenei)

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Magritte fu ossessionato dal peso e dalle dimensioni di rocce gigantesche, questo in particolare tra il 1958/59. Il titolo di questo dipinto "Le Chateau Des Pyrenees", probabilmente è un gioco di parole sull'espressione francese "chateaux en Espagne", equivalente a "castelli in aria". Magritte ha conferito a quest'opera le tonalità grigio, azzurro e bianco sporco, dipingendola in quello stile freddo e rifinito con cui faceva apparire reale l'immaginario. Alterò le leggi della gravità e ignorò il peso della materia facendo, come in questo caso, levitare una roccia enorme. Egli aveva forse in mente la visione di un viaggio per l'aria di un castello tra i picchi. È l'esperienza del vivere "a mezz'aria" che Magritte vuole evocare in questo dipinto. . Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

Magritte e la Psicanalisi

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  Nei confronti della psicanalisi Magritte è ironico e la tiene a debita distanza. Non superò mai l'avversione che provava nei suoi confronti. Egli credeva che il mistero del mondo fosse oltre la portata degli psicanalisti: "nessuna persona sensata crede che la psicanalisi potrebbe chiarire il mistero del mondo. La natura del mistero è tale da annichilire la curiosità". Questo è il pensiero dell'artista. Nella paura di essere frainteso sottovaluta il fatto che l'indagine psicanalitica può accostarsi al processo della creatività. L' opera di Magritte si presta facilmente alle interpretazioni dei freudiani: preferisce nascondere il viso con un panno (come accade per la madre quando si annegò). Cela l'espressione dietro una mela. Preferisce seguire alle spalle ( vedi Poe nell' Uomo Della Folla). Mette un uomo davanti a uno specchio, e questo ne riflette le spalle (vedi allegato). Magritte non ama lo sguardo o gli occhi di Van Gogh, che si osserva allo spe...

Le Poison (Il Veleno)

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Una nuvola, penetra attraverso una porta nella stanza, diventando un oggetto che proietta un'ombra sul muro. Magritte si diverte spesso a giocare con il mistero del tempo e dello spazio, a fondere l'esterno con l'interno, ad alterare -come già visto in tanti dipinti- le proporzioni. Così come il veleno agisce sull'organismo, egli agiva sul sistema delle cose rendendo relativi i concetti di "piccolo" e di "grande". Ma la nuvola appartiene anche al cielo e al mare che s'intravedono dalla porta semiaperta. Il risultato è che la scena naturale all'aperto e la stanza chiusa si fondono perdendo le loro caratteristiche individuali e oltrepassando ogni contraddizione di spazio. Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

La Maison De Verre. (La casa di vetro)

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Il titolo evoca la trasparenza delle cose. In questo suo giocare con i titoli è rispecchiato il processo attraverso il quale la realtà diventa trasparente senza privarsi del suo ministero, ma al contrario, rendendolo più profondo. L'elemento imprevisto nella Maison De Verre è il brusco rivoltarsi del viso che nulla guarda e che è di un realismo sconcertante. Inserendosi attraverso un foro nel cranio e nei capelli non è semplicemente visibile ma addirittura aggressivo. Tutto è dipinto con un realismo assurdo e meticoloso in maniera ironica, che rende visibile simultaneamente una veduta anteriore e una posteriore, mentre nel mondo reale le due vedute possono essere soltanto una visibile e l'altra invisibile. Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

L' Homme Au Chapeau Melon (L'Uomo In Bombetta)

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Questa figura tipica si ritrova nelle opere di Magritte dagli anni venti in poi. È la figura dell'uomo della strada, parte della folla eppure creatura diversa, uno delle migliaia di "Altri" che sono "Uguali". Nell'opera di Magritte l'uomo gioca a nascondino, c'è e non c'è. Separò la rappresentazione dell'essere umano in pittura da quello vero, allo stesso modo in cui separò gli oggetti dai loro nomi. La bombetta, il vestito di serie e il volto invisibile perché nascosto da un piccione: per il resto solo un basso orizzonte e il cielo. Noi sappiamo benissimo che tipo di volto si nasconda dietro il piccione. Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

L' Art de vivre (Opera di René Magritte)

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Come accade spesso nelle opere di Magritte, vi è qualcosa di nuovo: un enorme pallone che fluttua sul corpo decapitato, e questo pallone è la testa dipinta di rosa, un colore che Magritte aveva già usato prima del 1930 e che continuò a preferire in alcune particolari occasioni. Dentro il pallone c'è un minuscolo insieme di occhi-naso-bocca che appare misterioso ma non lo è, poiché non è altro che l'espressione di un vuoto reso normale, come il vestito di serie, che tuttavia rappresenta un essere umano a nascondere tutto ciò che deve rimanere segreto: i piccoli peccati che la convenzione impone, i peccati importanti che la società proibisce. È l'immagine dell'irrilevante che ci colpisce per la sua così evidente irrilevanza. Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

René Magritte e il significato della sua opera

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René Magritte nasce a Lessines in Belgio il 21 novembre del 1898. Ma chi è veramente Magritte? In che maniera da una oscura ma profonda provincia belga si è sviluppato uno dei casi più straordinari del Surrealismo europeo? Esiste il mistero di chi dipinge, di chi riesce a mettersi in contatto con l'ignoto. Magritte ha colto progressivamente con la sua pittura, con gli enigmi che ha proposto (che sono gli enigmi stessi della vita) i significati esistenziali nascosti dietro le immagini. A suo modo però era anche un uomo scettico, prudente, che non si addentrava a caso nei labirinti dell'avventura. In mezzo al fantastico più paradossale egli conservava sempre sottili e profondi legami con la realtà e con la logica. La sua non è una pittura "paranoica" come quella di Dalì o "visionaria" come quella di Max Ernst, ma una pittura seria, perfino pacata, anche se si affida molto all'estro dell'ispirazione. Se questa pittura è intrisa di sogno, è un sogno che ...

Ancora sulla conflittualità nell'arte

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Come per Vincent Van Gogh, dove nel post a lui dedicato spiego che reputo l'arte anch'essa "cibo", anche se per l'anima, ne dedicherò uno ad un artista decisamente diverso per stile e corrente pittorica, di nome René Magritte. Raffigurazioni che provocano una conflittualità completamente "altra" da quella di Van Gogh. Dedicherò diversi post sulla sua opera e il suo significato. ................. RENÉ MAGRITTE (1898 - 1967 ) * intervista rilasciata da René Magritte a Pierre Du Bois, in "Gazette Litteraire Lausanne 1966" ................. "...mi si rimprovera di presentare nei miei quadri oggetti situati in posizioni in cui non li vediamo mai. Si tratta nondimeno della realizzazione di un desiderio reale -se non cosciente- per la maggior parte degli uomini. In considerazione della mia volontà di far urlare il più possibile gli oggetti più familiari, l'ordine nel quale gli oggetti si collocano di solito doveva essere evidentemente sconvol...