Ancora sulla conflittualità nell'arte
Come per Vincent Van Gogh, dove nel post a lui dedicato spiego che reputo l'arte anch'essa "cibo", anche se per l'anima, ne dedicherò uno ad un artista decisamente diverso per stile e corrente pittorica, di nome René Magritte.
Raffigurazioni che provocano una conflittualità completamente "altra" da quella di Van Gogh.
Dedicherò diversi post sulla sua opera e il suo significato.
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RENÉ MAGRITTE (1898 - 1967 )
* intervista rilasciata da René Magritte a Pierre Du Bois, in "Gazette Litteraire Lausanne 1966"
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"...mi si rimprovera di presentare nei miei quadri oggetti situati in posizioni in cui non li vediamo mai.
Si tratta nondimeno della realizzazione di un desiderio reale -se non cosciente- per la maggior parte degli uomini.
In considerazione della mia volontà di far urlare il più possibile gli oggetti più familiari, l'ordine nel quale gli oggetti si collocano di solito doveva essere evidentemente sconvolto.
Le crepe che noi vediamo nelle nostre case e sul nostro volto mi sembrano più eloquenti in cielo.
Un corpo di donna librantesi al di sopra di una città sostituisce vantaggiosamente gli angeli che non mi apparivano mai.
Le gambe di tavolo di legno tornito perdevano l'innocente esistenza che si presta loro se apparivano dominare d'improvviso una foresta...
Quanto al mistero, all'enigma rappresentato dai miei quadri, dirò che era questa la prova migliore della mia rottura con l'insieme delle assurde abitudini mentali che costituiscono generalmente un sentimento autentico dell'esistenza."
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