René Magritte e il significato della sua opera
René Magritte nasce a Lessines in Belgio il 21 novembre del 1898.
Ma chi è veramente Magritte?
In che maniera da una oscura ma profonda provincia belga si è sviluppato uno dei casi più straordinari del Surrealismo europeo?
Esiste il mistero di chi dipinge, di chi riesce a mettersi in contatto con l'ignoto. Magritte ha colto progressivamente con la sua pittura, con gli enigmi che ha proposto (che sono gli enigmi stessi della vita) i significati esistenziali nascosti dietro le immagini.
A suo modo però era anche un uomo scettico, prudente, che non si addentrava a caso nei labirinti dell'avventura.
In mezzo al fantastico più paradossale egli conservava sempre sottili e profondi legami con la realtà e con la logica.
La sua non è una pittura "paranoica" come quella di Dalì o "visionaria" come quella di Max Ernst, ma una pittura seria, perfino pacata, anche se si affida molto all'estro dell'ispirazione.
Se questa pittura è intrisa di sogno, è un sogno che Magritte rifiuta di riconoscere e di ammettere, che allontana con diffidenza.
Le provocazioni care al surrealismo, lo spaesamento degli oggetti collocati al di fuori della norma -in compagnia di altre stranite presenze- e le più diverse strategie del linguaggio, sono stati per Magritte gli strumenti di un'approfondita ricerca delle ragioni stesse dell'esistenza: cioè un metodo conoscitivo che nulla concedeva al caso.
Magritte, maestro del Surrealismo, apre una finestra sull'assoluto giocando sul senso.
Lo scarto tra la cosa e il suo nome fa glissare il senso della convenzione verso l'esplorazione interiore.
L'immagine è illusione.
Le cose non sono mai quelle che si crede esse siano, e il senso vive unicamente grazie all'intenzione che ad esso viene assegnata.
Da vero surrealista crea un universo dove sogno e realtà si fondono a formare un mondo di convenzione e libertà, di rigore e leggerezza, di rispetto e d'impertinenza, d'illusione e di certezze.
Offrire all'irreale la sfera del linguaggio: è questa la ricerca di Magritte e l'eredità che esplorano coloro che, sul suo esempio, per realtà non intendono più ciò che è visibile.
Questa è la tradizione instaurata da Magritte.
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