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René Magritte e il significato della sua opera

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René Magritte nasce a Lessines in Belgio il 21 novembre del 1898. Ma chi è veramente Magritte? In che maniera da una oscura ma profonda provincia belga si è sviluppato uno dei casi più straordinari del Surrealismo europeo? Esiste il mistero di chi dipinge, di chi riesce a mettersi in contatto con l'ignoto. Magritte ha colto progressivamente con la sua pittura, con gli enigmi che ha proposto (che sono gli enigmi stessi della vita) i significati esistenziali nascosti dietro le immagini. A suo modo però era anche un uomo scettico, prudente, che non si addentrava a caso nei labirinti dell'avventura. In mezzo al fantastico più paradossale egli conservava sempre sottili e profondi legami con la realtà e con la logica. La sua non è una pittura "paranoica" come quella di Dalì o "visionaria" come quella di Max Ernst, ma una pittura seria, perfino pacata, anche se si affida molto all'estro dell'ispirazione. Se questa pittura è intrisa di sogno, è un sogno che

Ancora sulla conflittualità nell'arte

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Come per Vincent Van Gogh, dove nel post a lui dedicato spiego che reputo l'arte anch'essa "cibo", anche se per l'anima, ne dedicherò uno ad un artista decisamente diverso per stile e corrente pittorica, di nome René Magritte. Raffigurazioni che provocano una conflittualità completamente "altra" da quella di Van Gogh. Dedicherò diversi post sulla sua opera e il suo significato. ................. RENÉ MAGRITTE (1898 - 1967 ) * intervista rilasciata da René Magritte a Pierre Du Bois, in "Gazette Litteraire Lausanne 1966" ................. "...mi si rimprovera di presentare nei miei quadri oggetti situati in posizioni in cui non li vediamo mai. Si tratta nondimeno della realizzazione di un desiderio reale -se non cosciente- per la maggior parte degli uomini. In considerazione della mia volontà di far urlare il più possibile gli oggetti più familiari, l'ordine nel quale gli oggetti si collocano di solito doveva essere evidentemente sconvol

Ancora qualche parola su Van Gogh

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  Perché ho amato Vincent Van Gogh e i suoi dipinti così, da subito, fin da bambina, incantata da qualcosa che non sapevo spiegarmi né definire? Ecco, io non lo so esattamente quel perché. Non lo sapevo allora e non lo so neppure oggi, da adulta, ma questo amore non si è mai spento, anzi, si è rafforzato nel tempo. Mostra dopo mostra, catalogo dopo catalogo, libro dopo libro purché parlasse di lui, della sua vita, dei suoi tormenti, di quella sofferenza giù giù...nel fondo più profondo. E più leggevo più mi sembrava di afferrare qualcosa di lui, che però la pagina dopo sembrava smentire. Inafferrabile come lo sono le bolle di sapone, che appena ti sembra di toccarle scoppiano. Mi sembrava di riuscire a coglierlo quando riconoscevo certi vuoti, certi angoli bui e nascosti in una parte dell'anima, certi sconforti, certi sensi di inadeguatezza al mondo reale in cui, a volte, ci si sente persi nella sua imperfezione. Con i suoi abitanti non sempre così affini tra loro, diversi in ciò c

Vincent: i colori di un'anima fatta di stelle

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Forse alcuni di voi penseranno che una canzone abbia poco a che fare con la nutrizione, ma io sono -per mia natura- una psicologa che si occupa non solo di mente, ma soprattutto di anime da ascoltare, e da provare a "ricucire". Per questo motivo voglio regalarvi una canzone intitolata "Vincent", scritta e interpretata da Don McLean, dedicata al mio pittore in assoluto preferito: Vincent Van Gogh. Lo definisco un "regalo" perché non so se tutti la conoscono. In questo caso credo che le sue parole siano, oltre un balsamo per curare ferite, anche un buon "cibo" per nutrire l'anima di chi si sente inadeguato. Buona lettura! VINCENT Stellata, notte stellata Colora la tavolozza di blu e grigio Guarda fuori, una giornata d'estate Con gli occhi di chi conosce l'oscurità della mia anima... Ombre sulle colline Disegna alberi e narcisi Cattura il venticello e la brezza dell'inverno Nei colori delle terre innevate, simili a lino. Ora capisco,

Per informare su una novità

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Maria Pia vi invita alla lettura di una nuova proposta davvero particolare, questo per "nutrire" non solo il corpo ma anche lo spirito in modo coinvolgente ma leggero. L'argomento è: " la conflittualità nell'arte ." Questa settimana due post su uno dei più grandi e tormentati pittori del nostro secolo: Vincent Van Gogh. Nel 1880 a 27 anni, Vincent rivolse la sua attenzione alla pittura con lo stesso senso di urgenza che caratterizzava la sua esistenza. Van Gogh fu ispirato dall'Impressionismo e dal Post Impressionismo in particolare da artisti come Monet, Pissarro e Gauguin, ma la sua pittura fu assolutamente personale e svincolata da correnti definite, ma che riflette tutto il suo tormento interiore. Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

Tea e il senso della Vita

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Tea si chinò sulla sponda dello specchio d'acqua che si trovava presso la capanna che abitava. Era una piccola casa nascosta tra due grossi cespugli all'entrata del bosco che si apriva alle spalle dell'abitazione. Sì chinò per guardarsi, con quella curiosità di chi si fa sempre troppe domande in cerca di risposte. Si guardava sperando di capirsi "dentro". Capire chi era. Scrutare se dal suo viso traspariva quel suo "dentro." E quello specchio d'acqua, simile a un minuscolo lago, o a un'ampia pozzanghera di acqua trasparente, le restituiva l'immagine di una giovane donna dal viso grazioso ma corrucciato. I capelli castani erano raccolti in una piccola coda morbida. Ai lati delle tempie sfuggiva qualche ciocca più chiara che donava al viso un non so che di fanciullesco. Tea viveva sola. Aveva amici se voleva, che forse sarebbero stati felici di andare a trovarla per parlare un po' con lei. Sapeva che era così. Perché le dicevano che era bel

Pensieri di un pomeriggio di Ottobre

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Vorrei raccontarvi una fiaba. Io adoro le fiabe, ve ne sarete già accorti credo. Parlo a chi frequenta il blog ideato da me e Giada, con due modalità totalmente differenti. Non solo per la diversità delle nostre professioni -lei biologa nutrizionista, io psicologa clinica- ma per la diversità caratteriale. Ugualmente sensibili e attente all'altro, questo assolutamente sì, ma lei forse un po' più realistica. Poi ci sono io, che riesco a esercitare la mia realtà solo se rivestita di quella parte fiabesca che abita in me e che non riesco a sradicare. Mi sono chiesta tanti "perché", milioni di volte. E mi sono data tante risposte, altrettanti milioni di volte. Che ero una bambina estremamente delicata di salute per quelle violente bronchiti che mi stringevano il petto fino a togliermi il respiro, facendomi credere che me lo avrebbe tolto per sempre quel respiro. Questo dai 9 mesi ai 13 anni. Con febbroni che mi costringevano a trascorrere buona parte dell'inverno a le