Ero e Leandro: quando l'assoluto è l'amore

 

Credo che questa sarà l'ultima leggenda che vi narro, per raccontarvi di un amore infinito.
O per lo meno, mi prenderò una pausa da questi fantastici miti.
Perché amo tanto le fiabe e le leggende?
Bè, perché rispecchia il mio ideale di fantasia, di sogno, e soprattutto di amore.
Ciò non m' impedisce di camminare con forza lungo le strade accidentate, spesso tortuose e deludenti, della realtà della vita.
Anzi, come ho già scritto, io indosso robustissime scarpe chiodate per scalare la vita.
Ma è soprattutto custodire questa magica dimensione parallela, ciò che mi dà forza.
In fondo è la stessa che da bambina, delicata di salute, mi teneva compagnia nelle lunghe giornate di febbre quando leggevo la mia "Enciclopedia della Fiaba", costituita da quattro enormi volumi di leggende e racconti, provenienti da tutto il mondo.
Allora tutto intorno svaniva.
E rimaneva solo quel mondo.
Quel mondo che la mia fantasia, a ogni descrizione della fiaba che leggevo, tramutava in immagine e luogo reale.
Forse per questo motivo spero di trasmettere questa passione, che è la stessa che mi ha permesso di aiutare tante giovanissime ragazze quando lavoravo in ospedale, nel reparto dei dca (disturbo del comportamento alimentare).
Facevo scrivere e inventare fiabe, e dentro a ogni fiaba c'erano loro, il loro disagio, i sogni traditi.
Attraverso trama e simbologia potevo arrivare, così, ai loro silenzi.
Leggende e fiabe racchiudono in sé saggezza e verità, se si sa leggere la magia di cui sono rivestite per insegnare, in quei racconti estremizzati e senza ambiguità, la differenza tra il bene e il male, tra bontà e cattiveria, tra la passione e l'indifferenza.
Questa ultima struggente storia d'amore riguarda Leandro ed Ero, ed è stata elaborata da Ovidio e da Museo Grammatico.
Spero sia una scelta apprezzata da tanti.
.......................

LA LEGGENDA DI ERO E LEANDRO.

Ero e Leandro erano due giovani e bellissimi innamorati che vivevano in due sponde divise da un tratto di mare: lo Stretto dell'Ellesponto, stretto attraversato da correnti impetuose e fortissime.
Leandro viveva sulla costa europea, mentre Ero -sacerdotessa di Afrodite- viveva a Sesto, sulla costa asiatica.
Fu a Sesto, ad una festa in onore di Afrodite, che i due si conobbero, e fu così che ebbe inizio la storia di un amore immediato, intenso, travolgente.
La distanza non li scoraggia: Ero, guidato dal fuoco della sua passione, ogni notte si tuffa tra le acque del mare per raggiungere la sua amata.
Non è solo l'ardore della passione a guidarlo, ma anche la luce di una candela che Ero teneva accesa sulla finestra della sua casa che dava proprio sullo stretto.
Questo perché Leandro avesse una guida luminosa a fendere il buio della notte, indicandogli così la rotta.
Una sera però si alzò dal mare una tempesta tremenda, alimentata da un fortissimo vento.
Vento che spense la candela che Ero teneva sul balcone.
Leandro si tuffò ugualmente, ma nell'oscurità improvvisa, la forza delle onde ebbe la meglio su quella della sua passione. Fu così che annegò tra i flutti di un mare impietoso.
Al mattino Ero scorse il corpo di Leandro sospinto sulla spiaggia dalle onde.
Non resistendo a quella visione, si gettò nel vuoto lanciandosi dall'alto di una torre.
...............
Non perdetevi il prossimo post dove analizzeremo i passaggi di questo tragico amore.
La tragedia di "annegare nel mare della passione", come è titolato un articolo che ho letto sulla leggenda di questi due indimenticabili protagonisti.

Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

Commenti

Post popolari in questo blog

Conclusioni

Solitudine e difficoltà di comunicare. I sogni che rivelano

Quell'assoluto degli amori che non si consumano