Il segreto di lasciare andare
Vi racconto qualcosa?
Okay.
Prendo spunto da alcune frasi che ho letto, scritte da uno scrittore e poeta.
È uno strano poeta.
Uno scrittore e poeta molto particolare.
Uno che ho "conosciuto" per caso, leggendo un suo romanzo dal titolo: "Storie di Ordinaria Follia".
Se siete un suo fan, oppure avete letto solo quel suo romanzo, avrete già capito di chi parlo: Charles Bukowski.
Sì, quell'uomo dal viso simile a un foglio troppo usato, troppo scritto, troppo letto, troppo vissuto, come posso spiegarmi... stropicciato, ecco!
Stropicciato rende l'idea.
E se guardate la foto che ho messo ad apertura del post, bè, quella foto vale più di qualunque descrizione o parola.
Di lui scrivevano:
"Beveva più di quanto parlava.
Scriveva come sputava: con rabbia, poesia, e disincanto".
Probabilmente, anzi sicuramente, ero troppo giovane quando l'ho letto, troppo ragazzina, troppo presto per sapere affrontare quel romanzo nel modo giusto: con leggerezza e insieme profondità.
Cioè con quei due atteggiamenti che sembrano contraddittori, ma in realtà indispensabili per restare in "equilibrio" con il proprio stato d'animo.
Come con una bilancia, che se si vuole che i due piatti siano perfettamente "pari", allo stesso livello, occorre caricare ogni piatto dello stesso identico peso: né un grammo in più né un grammo in meno.
Non ricordo cosa mi provocò.
Non ricordo neppure di cosa parlasse esattamente, quale la trama, né se ci fosse una vera trama.
Non ricordo neanche lo stile, che immagino forse non lineare, certamente non "classico".
Sicuramente con "dentro" la sua disperazione, così chiara ed evidente in quel viso segnato da mille pieghe, come incise con lo scalpello. Quello del Tempo.
Un Tempo vissuto con un demone interno, che nessuno vedeva, né forse comprendeva.
Ma davvero non ricordo niente di quel romanzo.
Quando mi capita questo, decisamente molto più frequente quando ero un' adolescente, è facile che qualcosa mi abbia turbato.
Quindi la mia velocità nel "rimuovere", era (ed è) la mia forma di protezione da un disagio o da qualcosa che sentivo turbarmi, che temevo di non capire fino in fondo.
O di capire nel modo sbagliato.
E io sono stata da sempre quella che "deve", fortissimamente deve, capire fino in fondo.
Con l' ostinata convinzione, che non è mai presunzione, di dover capire nel modo giusto quello che voleva trasmettere l'autore.
Dico che non è presunzione perché ci mettevo -e ci metto ancora oggi- tutta l'attenzione, lo scrupolo, la profondità, la cura nel cercare risposte in cose che mi sembra di non capire, nel non trascurare le annotazione.
Questo quando mi dedico alla lettura di un romanzo.
È anche rispetto per l'autore, almeno per come la vedo io.
Ma oggi, dopo tanti anni, oggi "da grande", e da una che fa una professione a contatto con la mente, e che con lei si "scontra" continuamente, vivo questo scrittore-poeta in modo completamente diverso.
Ho letto su internet alcune sue frasi, una quindicina per la precisione, e...non so, ma in alcune mi sono rispecchiata.
E in un paio perfino riconosciuta.
Vi propongo quelle che, forse, sento maggiormente appartenermi:
1- "Non cercare. Lascia che accada come deve. E abbi il coraggio di accettare."
2- "Sii gentile. Sii coraggioso. Sii una dannata meraviglia."
3-Il coraggio è restare se stessi in un mondo che vuole cambiarti.
4-Scrivere è come sanguinare in pubblico. E ci vuole un dannato coraggio per farlo."
5-" La cosa più coraggiosa che puoi fare è vivere una vita vera, non quella che gli altri si aspettano da te."
.................
Eccole.
O meglio, ce ne sono tante altre, ugualmente belle, forse anche più belle, ma vi ho detto che vi avrei riportato quelle che sento più "mie".
Parto dalla prima frase.
È un consiglio importante, e in quanto tale, tutti dovremmo essere in grado di seguire.
Vi riporto anche un brano dell'articolo sull'autore, così com'è stato scritto:
"Per Bukowski il coraggio non era "fare", "insistere", "non mollare mai".
Anzi. Era proprio il contrario.
Il coraggio era sapere quando smettere, quando lasciare andare, quando non cercare più.
Un invito a non forzare la vita, a non spingere quando c'è resistenza, a non rincorrere ciò che non vuole essere raggiunto.
Con questo non intendeva rimanere immobile a guardare il soffitto, ma "non cercare disperatamente ciò che non vuole farsi trovare".
Che sia l'amore, il successo, un senso, una risposta.
Se deve arrivare arriverà.
La frase di Bukowski può diventare una medicina -amara forse- per chi si arrovella nelle relazioni.
Per chi ama qualcuno che non ricambia nel modo giusto, per chi aspetta un messaggio che non arriva, per chi forza legami che ormai sono solo un'abitudine.
Analizziamo quasi "smontando" la frase:
-NON CERCARE: perché l'amore vero non ha bisogno di rincorrere.
-LASCIA CHE ACCADA COME DEVE: perché le cose belle accadono quando smetti di rincorrerle come un pazzo.
-E ABBI IL CORAGGIO DI ACCETTARLO: perché a volte accettare che non sei amato come vorresti è il gesto più potente che puoi fare.
È il modo più sincero per dire: "io ci sono ma non ti trattengo".
E sai una cosa? Questo è amore.
Non quello appiccicoso e bisognoso.
Ma quello che lascia liberi, che non trattiene, che non obbliga."
...........................
Ecco, vi ho riportato il brano dell'articolo che esprime il proprio parere circa la prima delle frasi che ho scelto.
Ho deciso di scrivere questo post su Bukowski, e le 5 frasi in particolare, perché credo che contengano delle verità.
Nella prima frase di cui ho riportato l'analisi credo si riconosceranno in molti.
Specialmente le donne e le ragazze, indipendentemente dall'età.
Forse perché, come pazienti, ho in prevalenza donne e ragazze, e in loro -spesso- riconosco e tratto questo tipo di sofferenza.
Quella sofferenza di non trovare quella reciprocità nel sentimento che provano, nella convinzione che allora è tutto falso in amore, e dell' inevitabile, dolorosa delusione di essersi sbagliate.
Spero che le sagge parole del "poeta alcolizzato" come spesso era definito Bukowski, possano essere un'utile guida, un percorso di autostima, di consapevolezza, di rispetto di sé, importante per affrontare con forza e minore sofferenza la vita.
So che è molto difficile da seguire, ma è per la propria salvezza.
Per la salvezza della propria anima oltre che della propria salute fisica e mentale.
Ecco, ora vi lascio, e ci ritroveremo nel prossimo post per analizzare le altre frasi che vi ho proposto.
NOTA.
Gradirei molto qualche commento circa l'argomento di questo post.


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