La debolezza del "Sesso Forte"
Oggi voglio proporvi un altro racconto che fa parte della Mitologia per poi, come sempre, darvi l'interpretazione psicologica di un comportamento troppo frequente e in continuo aumento ai giorni nostri: la violenza di genere.
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LA LEGGENDA DELL'ALLORO PROFUMATO.
Apollo, dio sfolgorante della luce del giorno, girava tra i boschi della Tessaglia verso l'ora del crepuscolo.
Tra le mani il suo arco d'argento, mentre cantava con la sua bella voce delicata e armoniosa.
All'improvviso scorse una Ninfa: i lunghi capelli sparsi sulle spalle, la carnagione bianca, gli occhi che risplendevano come stelle alla tenue luce del sole, che iniziava a nascondersi dietro l'orizzonte.
Apollo estasiato si accostò alla Ninfa, apostrofandola con parole ardenti di passione:
"Fermati bella Ninfa, lascia che ti ammiri!"
Ma Dafne, era questo il nome della Ninfa, si spaventò a quella voce improvvisa, e terrorizzata iniziò a correre senza voltarsi.
Correva con tutto il fiato che aveva in corpo, con tutta la forza delle sue gambe lievi e snelle.
Fuggiva, senza guardare in terra, correndo così tra le sterpaglie e i rovi del terreno che le ferivano i piccoli piedi ormai sanguinanti.
Apollo la rincorreva senza desistere, voleva raggiungerla a tutti i costi, e farle capire che lui non rappresentava un pericolo:
"Fermati un momento! io sono Apollo, sono il dio della Luce! Sono Apollo, il Sole!"
Ma Dafne, presa da un panico crescente e violento, che ormai aveva preso possesso della sua mente, correva sempre più forte, veloce come il vento!
Il dio però non rinunciava all'inseguimento, preso com'era dal suo desiderio di arrivare a lei, nella ferma decisione di volerla conoscere.
Stremata dalla corsa, senza più forze, Dafne crollò a terra nel verde tappeto erboso del bosco, e con l'ultimo filo di voce pregò la Madre Terra di salvarla.
E mentre Apollo si era finalmente accostato a lei per toccarla, si ritrovò tra le braccia il corpo della Ninfa che, poco alla volta, si stava irrigidendo sempre più.
Le braccia tese si trasformarono in lunghi rami verdi, il corpo niveo e delicato si rivestì di una ruvida corteccia scura, i bei capelli fluenti in tenere, fitte, rigogliose, foglie verdi: Dafne si era trasformata in una pianta di Alloro dal profumo sottile e delicato.
Il dio allora si inginocchiò pentito, di fronte a quella nuova pianta che si aggiungeva al mondo della natura, e disse:
" Dolce Dafne, non ti dimenticherò mai! Tu, da ora in poi, sarai l'albero le cui foglie cingeranno, per sempre nei secoli, la fronte e il capo glorioso di guerrieri e poeti!
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INTERPRETAZIONE.
Ho volutamente cercato una leggenda della Mitologia, per non essere ripetitiva nel descrivere un comportamento patologico troppe volte letto sui giornali, o ascoltato in molti programmi televisivi, diventato oggi una quotidianità: la prevaricazione verso il genere femminile da parte di quello maschile.
Prevaricazione che si sta estendendo a macchia d'olio in comportamenti sempre più pressanti e violenti, che conosciamo anche sotto il termine di "stalking".
"Lo stalking è una forma di agguato in cui l'aggressore ripetutamente e violentemente irrompe nella vita della vittima con la quale non ha relazioni di sorta."
(Lambert Royakkers)
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L'estremizzazione di questo comportamento può portare al femminicidio, con l'uccisione della vittima.
Alcune definizioni estendono questo significato anche a:
"qualsiasi forma di violenza esercitata in maniera sistematica a una donna, allo scopo di perpetrare subordinazione di genere, e di annientare l'identità con l'assoggettamento fisico e psicologico della donna."
Certamente questo comportamento c'è sempre stato anche in passato, probabilmente anche in misura maggiore di oggi, ma non per questo è meno grave.
Per alleggerire questa realtà inaccettabile per la sua resilienza nel tempo, ho usato una modalità un po' diversa, che a me e alla mia fantasia, piace di più: il racconto di una leggenda antica, com'è appunto quella di Dafne perseguitata dal dio Apollo.
Non è poi così "lontana" questa leggenda dalla realtà che vi ho descritto: leggete con attenzione le parole che Apollo rivolge alla fragile e terrorizzata Ninfa, quando questa viene raggiunta dal dio:
"Fermati!
IO sono il dio Apollo!
Sono la Luce!
IO sono il Sole!"
Allora...ecco l'analogia!
Con termini diversi, per ovvie ragioni, se guardiamo al significato intrinseco delle affermazioni del dio, non ritroviamo forse lo stesso concetto di chi perseguita, stalkerizza, uccide, sentendosi in quel momento "un dio", con potere di vita e di morte?!
La mia speranza è che, attraverso percorsi di consapevolezza, sia possibile aiutare le persone, che siano donne o che siano uomini, per arrivare ad una modalità di relazionarsi che abbracci fiducia, rispetto, dignità.
L'uno verso l'altra, in una reciprocità che solo così è vera parità.
Perché il "NO" o il "SI" di una donna valgano esattamente quanto quelli di un uomo.
Se il dio Apollo si è pentito del suo folle gesto egoista, l'augurio per il futuro è che non ci siano più azioni così negative da motivare pentimenti o rimorsi. Sentimenti che spesso si rivelano troppo tardivi per chi ne è stato oggetto.
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