Storia di luci e di ombre - Parte2
Eccomi.
Vi avevo promesso che avrei continuato a parlarvi ancora un po' di Neve.
Vi ricordate vero di Neve?
Non voglio raccontarvi tanto, no, non più di tanto, perché come vi ho detto, è molto difficile definirla, comprendere veramente la sua complessità.
Quella stessa complessità che le provoca comportamenti spesso apparentemente contraddittori, o per lo meno conflittuali.
Perché lei è fatta di "frammenti".
Ecco sì: frammenti.
Non equivocate però: non intendo dare a questo termine il valore di fragilità, o ancora peggio di inconsistenza, NO.
No no, tutt'altro.
I suoi infiniti frammenti, dalle altrettanto infinite forme e colori, sono fortemente compattati e aderiscono tra loro formando così, in realtà, una personalità incredibilmente "solida".
Questo la rende profondamente convinta in ciò che crede perché, quando crede davvero, lo fa in modo totalizzante.
Non c'è alcuno spazio per i dubbi se crede.
Quei suoi frammenti sono i mille aspetti che compongono il suo essere, la sua essenza, la sua natura, il suo carattere, e danno vita a ciò che sono i suoi altrettanto infiniti interessi.
A volte si sente come "tirata" da una parte e dall'altra, come se qualcuno la volesse spostare verso la propria parte, e la stessa cosa avviene con chi tira dall'altro braccio.
Doloroso, certo, ma inevitabile.
Adora la letteratura, tutta la letteratura nelle sue forme più svariate, sia che riguardi testi di critica, della vita di autori importanti, e poi i romanzi, le tragedie, le poesie.
E il Poema dell'immenso Dante, la "Divina Commedia" che aveva studiato tanto.
Così affascinante e "divina" quell'opera per quel suo suddividere, con incredibile estro, l' ultraterreno in quei tre luoghi fantasticati da ogni essere umano: l' Inferno, il Purgatorio, il Paradiso.
Ma è sempre l'Inferno quello che Neve preferisce.
Il Purgatorio lo aveva letto un po' superficialmente, già con un po' di pregiudizio forse, come sempre quando qualcosa le sembra poco definito.
Perché lei non sopporta "le vie di mezzo", e il Purgatorio è questo che le appare: una via di mezzo tra il bene e il male.
Il Paradiso invece ... ecco, è molto difficile spiegare la sensazione che le procura l'idea del Paradiso, perché lei viaggia continuamente con la sua immaginazione!
È una sensazione che l'accompagna fin da bambina: quel TUTTO troppo perfetto nella descrizione che tutti nella vita, e non solo Dante, danno del Paradiso!
Così, per lei -se pensa al Paradiso- è come non ci fosse più niente da conquistare, niente da migliorare per migliorarsi, e in quel migliorarsi raggiungere un obbiettivo che sembra chimerico se non ci investi tutta te stessa!
Qualcosa di paradossalmente un po' noioso, ecco, perché tutti, proprio tutti, le apparivano TROPPO in quel Paradiso.
Decisamente troppo: troppo buoni, troppo bravi, troppo privi di difetti, troppo privi di dubbi e di desideri, di contraddizioni e di sogni, ecco, soprattutto quell'assenza di sogni, perché se hai già risolto tutto, se non hai più nulla da desiderare ... bè , allora, inevitabilmente, non sogni più.
E per Neve è inconcepibile non sognare!
È un po' simile a ciò che pensa riguardo al viaggiare.
Lei adora il viaggio, ma solo, o perlomeno soprattutto, se come mezzo usava l'auto.
Niente aerei, troppo rapidi per godere di un viaggio!
Sì, forse le nuvole ti appaiono così vicine e soffici da poterle toccare...ma in realtà non lo puoi fare.
Con l'auto invece ... bellissimo!
Puoi osservare ogni paesaggio dal finestrino, ogni colore, ogni piccola casa che sorge su di un tratto di campagna mentre corri lungo un'autostrada, oppure ammirare una vallata che, se guardi di lato, si staglia armoniosa nel fondo, oppure vedi apparire un tratto di mare.
E, ancora, ogni aurora, ogni tramonto, ogni luce, ogni sfumatura di quei colori e di quelle luci.
Avere una destinazione in mente, per lei significa che prima di raggiungerla c'è un percorso fatto di tante tappe, di città da visitare, di borghi fiabeschi, di metropoli, o al contrario di piccoli paesi simili a presepi.
Perché tutto la incuriosisce con quella sua fame negli occhi!
Se poi si ferma, e una città si rivela bella oltre ogni sua aspettativa, allora rimane lì più tempo per conoscerla meglio.
Se, al contrario, una città si rivela deludente rispetto a ciò che immaginava, allora ecco che si allontana, e riparte alla ricerca di un luogo che la stupisca.
Perché "stupirsi" è il suo verbo preferito!
In realtà la destinazione decisa, non è mai la cosa più importante per lei, ma solo il pretesto per fare quel percorso che unisce la partenza alla meta, l'inizio alla fine.
E quello che veramente conta è ciò che sta nel mezzo, quell'arco tra inizio e fine.
Perché ciò che adora sopra ogni cosa, in realtà, è "essere in viaggio"!
È così che si accorge, mentre sente serpeggiarle dentro quella sorta di felicità, di euforia, di energia, che il motivo è proprio quell' "essere in viaggio", verso il non conosciuto, verso il nuovo.
E andare avanti.
Ecco: muoversi verso quell' "andare" è il senso!
Con la gioia nel cuore.
Con la coerenza di quella "mutevolezza" che le appartiene e la caratterizza.
E accettare quella mutevolezza a volte così difficile da gestire ma irrinunciabile.
Sapete una cosa?
Neve è reale.
Esiste.
Non è un personaggio d'invenzione, no.
È così.
È questo.
E un'altra cosa: non è ambiziosa!
Cioè, intendo dire che non è una "carrierista", per usare un termine legato a questo tipo di ambizione.
No, nel modo più assoluto.
Una "sua" ambizione però c'è, ce l'ha eccome, enorme: seguire sopra ogni cosa le sue priorità.
Cioè studiare, dare il meglio di sé nel suo lavoro, e ancora di più coltivare le sue passioni...
Perché in questo c'è il suo cuore.
Nella Letteratura ad esempio.
E nella Psicologia.
Poi l' Arte, in tutte le sue forme ma in particolare la pittura.
Tutto questo a volte si accalca in un turbinio, un vortice nella sua testa, che si aggroviglia, che si fonde e con-fonde, creandole dubbi.
Spesso questo la manda in crisi, si chiede se non sia superficialità, se tutto questo si sarebbe rivelato poi negativo, e le avrebbe impedito di farla davvero emergere in qualcosa, rendendola semplicemente una "mediocre".
Invece no, NO!
Sa che ogni suo interesse è impregnato nel suo cuore, che nasce da lì, gonfio di quella frenesia che la fa sentire "viva".
Che dà un senso alla Vita: la SUA.
Tutto questo non va così liscio però.
C'è un problema che questo modo di essere crea a Neve.
Un problema non piccolo.
Neve è sola.
Fondamentalmente sola.
Irrimediabilmente SOLA.
Sì, certo, tanta gente intorno, e amici a cui lei vuole un bene profondo.
Ma sa di non essere capita.
Lei è ESATTAMENTE come si mostra, è ciò che pensa, è ciò che dice, sempre, senza bugie, senza strategie, né sotterfugi.
Non filtra mai il suo pensiero, che a lei pare talmente logico e normale, da essere per forza condiviso dalla maggioranza.
Non lo "aggiusta" mai, e non lo adatta neppure un minimo a chi si trova di fronte.
E quest'assenza di ridurre il suo pensiero ad una "normalità" rassicurante e comprensibile ai più, spesso crea problemi.
Perché troppa sincerità crea diffidenza.
Sembra un paradosso, eppure è una realtà.
Neve si accorge di questa verità da certi sguardi perplessi, certi: "sì sì, certo, hai ragione.." ma detto senza alcuna convinzione, senza neppure avere compreso il vero significato delle sue parole.
Certi sorrisi poi... dove solo le labbra si allungano, ma non gli occhi.
Gli occhi no.
Quelli rimangono senza luce.
E Neve è una che nell'altro guarda prima di ogni cosa gli occhi.
Quella luce che, o c'è, o non la puoi creare perché nasce da "dentro" .
Ci prova Neve, ci prova sempre a condividere qualcosa con l'altro, che sia autenticamente vero, ma poi...
Poi arriva puntuale quel senso d'impotenza quando sente di non riuscire, che a volte quell'affinita' che per un momento ha creduto possibile e vera mostra la sua fragilità, la parte vulnerabile.
Che l'altro non si fa mai davvero "toccare".
E poi quel "filo rosso", quello che lega con un'unicità che il tempo non intacca né disperde, a cui lei crede ferocemente.
Quel filo rosso che aveva letto in un racconto esistere (non si sa bene se tra realtà o leggenda), ogni volta si spezza.
C'è qualcosa in Neve che colpisce subito chi la conosce. Che fa sì la cerchino spesso, perché sa entrare nella testa e nell'animo dell'altro, e lo tocca, ma che -proprio per questo- fa sempre un po' paura.
E alla fine, un po' alla volta, l'altro prende distanza.
Quanto più lei "sente" che il filo sta per diventare un legame vero e quindi solido, indistruttibile, è allora che quel filo si spezza!
Neve s'interroga ogni volta sul perché di certe dinamiche.
Si fa domande, ma le risposte non arrivano, o forse non ci sono.
Così pensa: "dove sbaglio?"
Perché dovete sapere che Neve è una che pensa troppo, come le viene sempre rimproverato.
E le torna alla memoria la teoria di uno psicanalista che a lei piace molto: Carl Gustav Jung.
Dice così questa teoria:
" La solitudine non deriva dal non avere nessuno intorno, ma dall' essere incapaci di comunicare le cose che per noi sono importanti".
Allora forse è così.
Forse è davvero questa la solitudine.
E il grande Maestro ha visto quello che è anche la realtà della nostra dolce "bambina, ragazza, donna": che il suo troppo calore, se non sta attenta, un giorno la scioglierà.
Come fa il sole con la neve.
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