Storia di luci e di ombre - Parte1

Vi voglio raccontare di una bambina, di una ragazza, di una donna, perché lei è tutto questo: bambina, ragazza, donna.
Vi va?
Okay, cominciamo!
Non intendo parlare delle sue problematiche, no.
No, perché quelle sono una conseguenza di ciò che lei è.
Quindi, se riesco, vorrei raccontarvi esclusivamente di questo, di ciò che Lei è.
Di ciò che è, nel suo "dentro più dentro".
Difficilissimo badate, perché il suo dentro più dentro è una sorta di luogo fiabesco, e come tale magico.
A volte incantesimo pieno di luce, altre, pieno di ombre che diventano buio.
A volte profondissima grotta dove la luce non arriva, altre orizzonti sterminati dove la luce è così accecante da ferire gli occhi.
Vogliamo dare un nome a questa bambina, ragazza, donna?
Okay.
Vediamo ... che ne dite di Neve? Vi piace Neve?
Sì, mi sembra un bel nome per lei!
Allora d'accordo: benvenuta Neve, benvenuta nel mio raccontarti!
A pensarci, il motivo per cui è un nome adatto a lei è soprattutto il candore, quella sua fiducia immediata verso gli altri, un po' come hanno i bambini, al di là della consapevolezza che tanta fiducia può venire tradita.
Poi la freschezza, quella capacità di adattarsi ad ogni forma, come l'acqua anche se gelata, come lo è appunto l'acqua quando diventa neve.
Neve è bella, ma di una bellezza non convenzionale.
Diversa.
È soprattutto ... armonia, ecco:
occhi grandi, in continuo mutamento nell'esprimere, in quel continuo sgranarsi nello stupore per poi restringersi in due fessure nella risata, quella risata di quando si ride fino alle lacrime!
E poi armonia è la luce che a volte accende i suoi occhi, quella luce che però ci mette un istante a trasformarsi in ombra, se viene ferita da una delusione.
Anche il suo corpo è armonia: minuta ma solida, sottile ma forte, spalle larghe e vita stretta, fianchi sottili e gambe snelle, lunghe, proporzionate alla lunghezza del busto.
Toniche, pronte allo scatto come lo è lei: sempre pronta allo scatto, che sia rincorsa o che sia fuga.
Poi il busto sottile dal seno ampio ma non esagerato: adatto al suo corpo, ecco.
Il carattere?
Oh ... bè ... ecco, questo decisamente più difficile da descrivere.
Come le emozioni -che si possono solo avvertire e non descrivere- così è per quanto riguarda il suo carattere.
Come per gli occhi, lo stesso vale per il suo stato d'animo: mutevole.
Passare dall'entusiasmo alla delusione, dall'allegria ad un'improvvisa tristezza, dalla serenità alla rabbia, dalla gioia al dolore, dalla luce all'ombra insomma ...ecco...basta un istante!
Un messaggio costruito con tenere parole amiche, parole che non si aspetta -così come un silenzio altrettanto inaspettato- sono in grado di modificare il suo umore.
Questo vale soprattutto per il silenzio.
Lei ODIA il silenzio, la non risposta che mortifica.
Ecco, quel silenzio ha il potere di trasformare le sue certezze in attesa, che diventa dubbio, poi stupore, poi incertezza, e infine... di nuovo certezza, sì, ma una certezza negativa questa volta: "mi sono sbagliata!".
E così, il pieno diventa vuoto.
Un vuoto antico.
E i vuoti antichi non si riempiono che con continue conferme.
Quindi, praticamente mai.
I vuoti antichi sono come "buchi neri" sempre affamati : inghiottono, inghiottono, inghiottono sempre, tutto, e non si saziano mai.
Così come i suoi occhi, come il suo carattere, come il suo umore, sono mutevoli ma sempre in divenire, i suoi vuoti ... bè, quelli no.
Quelli sono ostinati nella loro immobilità, perché i pieni sono discontinui, e "loro", i vuoti, sono lì, sempre pronti, sempre in allerta, troppo antichi per riempirsi e svanire per non tornare più.
Trovano sempre un posto in una piega del cuore, e lì si nascondono per ricomparire a ogni delusione, come per dirti: "vedi, sono qui, ho ragione io, nessuno può riempire me, perché IO, vengo da lontano!"
Ma Neve ha un "potere".
Una sorta di bacchetta magica che l'accompagna dalla nascita, che è custodita dentro un luogo segreto della sua anima, e che nei momenti in cui tutto sembra irrimediabilmente perduto, ecco che appare!
Lei la sente.
Sente un picchiettare lieve lieve, lì, proprio lì, nel centro del petto, all'interno però, circa all'altezza dello sterno, un picchiettio che sembra una carezza fatta con un polpastrello di fata, delicata e gentile, che per magia fa sparire ogni dolore, ma che a volte sa trasformarsi in quello di una strega, con lunghe e affilate unghie arcuate.
È come un fremito, che da luce diventa buio.
Come il calore di un raggio di sole, che si spegne e diventa gelo.
Difficile anche questo da descrivere, perfino più di un'emozione.

Però aspettatemi, e se volete, continuerò a raccontarvi di lei.

Non perderti gli altri post del nostro Blog, clicca su "segui" alla Home Page e diventa un nuovo follower!

Commenti

Post popolari in questo blog

Conclusioni

Solitudine e difficoltà di comunicare. I sogni che rivelano

Quell'assoluto degli amori che non si consumano