La bellezza della Vita





Sto ascoltando un cd di De Andrè, il tredicesimo e ultimo album composto prima della sua morte.
Me lo regalò un amico.
È un De Andrè molto diverso da quello degli inizi.
Si chiama "Anime Salve" questo cd, e lo ascolto sdraiata sul mio letto, nella mia camera, nell'azzurro di questa mia camera forse un po' troppo da adolescente.
Io ho adorato De Andrè e lo adoro ancora, probabilmente perché il tempo non mi ha cambiata, non "dentro" almeno.
Anch'io come Branduardi, nella sua bella "Confessioni di un malandrino" potrei cantare: "le parole e i pensieri sono gli stessi", e non so se è stato un bene, ma sono questo.
Irrimediabilmente questo.
E ascolto le parole di De Andrè che passano dallo stereo alle mie orecchie, ed entrando nella mia testa attraversano il pensiero.
E sorrido, perché mi sembra di entrare anche nella sua di testa, quella di De Andrè dico, e nel suo modo di vedere la vita, ma non è presunzione: è "sentire". Sentire fortemente qualcosa o qualcuno che forse ti è simile.
Non mi capita così spesso questo "sentire", ma se avviene è sempre e solo con certe persone.
Quelle che hanno una sensibilità particolare ad esempio, che vivono il "viaggio" della vita, alla sua scoperta, cercando di capirla questa vita che non si fa afferrare perché ognuno la percepisce a modo suo.
E se è vero che nel mondo siamo miliardi di miliardi -e ognuno la vede a modo suo- non si riuscirà mai a darle alcuna definizione e alcun senso.
E forse non ce l'ha un senso, forse è semplicemente proprio "un viaggio" in un treno infinito, dove a volte qualcuno scende prima del tempo, qualcun'altro cerca di carpire dai finestrini il più possibile di ciò che passa, ma che è sempre e solo una infinitesima parte.
E ancora ci sono quelli che non scenderebbero mai, convinti che ci debba essere una destinazione precisa, che sì, quello che si vede dal finestrino a volte è molto bello e altre volte molto brutto, ma che ci DEVE per forza essere altro di più preciso, di più spiegabile, di più comprensibile e unico, ma soprattutto di ancora sconosciuto e...un po' magico.
Ecco sì, un po' magico!
Chesso', una sorta di Paese delle Meraviglie dove dai rubinetti scende acqua freschissima dal colore dell'arcobaleno e il sapore d' ambrosia, dove le montagne sono colore dell'oro, i cieli variopinti, e il mare puro smeraldo liquido.
Che "il meglio deve ancora venire" insomma.
E non si rendono conto che non occorre che l'acqua che scende dai rubinetti sia del colore dell' arcobaleno, perché -per quei colori- basta guardare il cielo dopo un violento temporale.
Che le montagne colore dell'oro ci sono già, basta guardarle da lontano, con attenzione, quando è l'alba, e il sole che sorge le tinge già del colore dell'oro ...
E il cielo?
Oddio, ma quello è sempre variopinto!
Perché, vedete, lui cambia colore ogni giorno e ogni momento.
Cambia con il variare delle ore, il variare delle stagioni, delle piogge, dei venti, del sole, delle stelle...
E così il mare: a volte è puro smeraldo liquido, altre volte ha le tonalità dell'acquamarina e dell'ametista, con sfumature un po' cangianti che cambiano dall'azzurro chiaro a certi tenui violetti.
E allora... allora cosa significa tutto questo?
Ecco, io, io personalmente dico, io che non sono nessuno, ecco...io credo che abbiamo già tutto, tutto quello che cerchiamo continuamente senza accorgerci che c'è già tutto, e se non ce ne accorgiamo è perché non ci guardiamo intorno, non guardiamo in alto verso il cielo, né in lontananza verso l'orizzonte, non allarghiamo il nostro sguardo a quell'orizzonte perché diamo tutto per scontato, come non ci fosse più niente di nuovo.
E guardiamo senza vedere.
Perché siamo così occupati a cercare sempre altro da noi, così impegnati a cercare quell "Isola che non c'è", da non avere capito che quell'isola c'è, ed è a un passo da noi, intorno a noi: deve solo entrare "dentro" di noi.
Dentro i nostri occhi.
Dentro la nostra mente.
Dentro il nostro cuore.
Per occupare e abitare, finalmente, la pienezza di tutta la nostra Anima.

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