Storia di Strizza - Interpretazione



Iniziamo col dire che le paure dei protagonisti delle due fiabe sono sostanzialmente diverse sia per tipologia che per la "natura" dei due protagonisti.

Se in "Storia di Strizza" parliamo di un ragazzino di 13 anni, un essere umano in carne e ossa, in "Palla di Ghiaccio" diamo vita a un pupazzo di neve regalandogli un'anima, e con essa, la stessa capacità di un essere umano di provare emozioni.
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STORIA DI STRIZZA: INTERPRETAZIONE

Come precedentemente scritto -e se avete letto il racconto- Strizza è un tredicenne con una paura più realistica di quella di Palla di Ghiaccio, e quindi può riguardare tanti giovanissimi come lui, e non solo.
Strizza era un bambino timoroso fin da piccolissimo, da qui, quel soprannome che ha "usurpato" il posto del suo vero nome: Luca.
Luca è assolutamente consapevole di questo lato fragile e vulnerabile del proprio carattere, del suo timore per tutto ciò che è "non conosciuto", di tutto ciò che è fuori dal suo controllo.
Non è soggetto -quindi- a una paura specifica come accade nelle fobie, ma a tutto ciò che è per lui "nuovo" e imprevisto.
Eppure Luca/Strizza scoprirà un lato di sé importantissimo, che gli darà fiducia in sé stesso.
Che modificherà per sempre la scarsa considerazione che aveva di se stesso, aiutandolo così a costruire e a consolidare quell'auto stima fondamentale per il suo futuro di adulto.
Il "miracolo" è opera di un bambino molto piccolo, che con le sue lacrime, il suo pianto disperato, quella sua paura così concreta ed oggettiva per essersi perso, non trovando più -nella confusione- la sua mamma, gli farà capire la differenza tra la realtà e i suoi "fantasmi".

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