Differenza tra racconto, favola, fiaba

 

Se nel caso di "Strizza", più che a una fiaba, ci troviamo di fronte ad un racconto realistico che può fare parte della quotidianità di tanti, in "Palla di Ghiaccio" ho voluto donare al racconto una "scintilla" di Magia.

Il motivo?
Bè, non occorre scavare troppo "nel profondo": so benissimo che, in me, questo senso del magico abita da sempre un luogo troppo importante della mia anima.
E non mi ha mai lasciata.
Io "SONO" fiaba, come diceva la mia mamma.
Forse perché sono state il mio nutrimento.
Quando non sapevo leggere le ascoltavo.
Mi immergevo dentro la storia e dentro il luogo della storia, che fosse un bosco incantato o l'inaccessibile torre d'avorio di un Castello da dove era impossibile scappare.
Dopo, appena imparato a leggere, ho letteralmente "divorato" un numero incredibile di libri contenenti ogni tipo di favola e di fiaba.
Forse dovrei prima spiegare, per chi non ne fosse a conoscenza, la differenza tra favola e fiaba.
La Favola è spesso scritta da un autore, e ha per protagonisti degli animali.
La sua conclusione contiene sempre una morale, l'insegnamento di un comportamento che si vuole trasmettere come buono, positivo, o al contrario, la condanna di un vizio o di un comportamento umano ritenuto negativo.
La Fiaba invece ha origini popolari antichissime e non contiene alcuna morale, ma in cambio è spesso ricca di sogni.
Sogni ideali in cui ognuno può identificarsi, descrizioni inimmaginabili che fanno volare la fantasia, magie che -al di là di ogni incredulo stupore- si realizzano, avvolti da uno scintillio di polvere dorata.
Inutile dire che sono le Fiabe quelle che io amo visceralmente, quelle che mi trasportano lontano, in quel "luogo non luogo" dove tutto è possibile.

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