La Paura in Psicologia



Prima di addentrarci nell'interpretazione delle due fiabe sulla paura, cerchiamo di dare una definizione del termine "Paura" in psicologia.

La paura è un'emozione cosiddetta primaria, di base, perché appartiene a tutti gli esseri viventi, quindi è universale.
Ha una funzione estremamente importante perché adattiva, nel senso che "protegge".
Manifestandosi in risposta a una minaccia, che sia reale o percepita, ci mette in condizioni di salvarci.
Di fronte a un pericolo l'intero organismo si allerta, coinvolgendo sia la mente che il corpo.
L' amigdala, agglomerato di nuclei nervosi che si trova nella parte più interna dei lobi temporali del cervello, agisce come un vero "sistema di allarme" attivando così le risposte fisiologiche nelle reazioni di "attacco o fuga".
Cioè, se affrontare l'ostacolo oppure scappare per mettersi in salvo.
L'area più razionale del cervello (l'ippocampo e la corteccia prefrontale) comunica in questo modo con quella emotiva aiutando a interpretare la minaccia che si percepisce: se ci si trova di fronte ad un pericolo reale o ad un falso allarme. 
E' importante precisare che la reazione di allerta che la paura determina quando ci si sente in pericolo, deve scomparire quando la minaccia viene a mancare.
Per questo motivo si dice che è una emozione transitoria.
Se invece non si riesce a disinnescare queste reazioni dettate da situazioni di pericolo, anche quando queste non sono più presenti, allora la risposta allo stress diventa eccessiva.
Dopo questa parte introduttiva - per capire meglio di cosa stiamo parlando - passiamo ora alla interpretazione della paura nelle due fiabe dei post precedenti, e cioè: "Strizza" e "Palla di Ghiaccio".

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