Ghosting - Interpretazione

 Abbiamo analizzato il significato della percezione di sè attraverso la fiaba "Storia di un'ombra senza identità".

Spero di essere stata chiara pur nella brevità necessaria per non appesantire questo approccio - che per scelta - vuole essere "leggero" anche se nel rigore della professionalità.

Le due successive fiabe che vi ho proposto - "Storia di Ondina" e "Il principe e la bambina dai cento sguardi" - le ho scritte di getto senza una particolare finalità.

Solo dopo averle terminate, mi sono resa conto che ambedue contenevano una realtà simile tra loro: quella del "ghosting".

Il termine ghosting ("sparire come un fantasma") è entrato ormai da qualche anno nel gergo comune.

E' un fenomeno sempre più diffuso nelle relazioni tra le persone.

Secondo alcune ricerche è un comportamento che non ha genere, e coinvolge principalmente una fascia di età che va dai diciotto ai trent' anni.

Fare ghosting è sottrarsi all'improvviso da una relazione.

Dopo un periodo di frequentazione anche intensa, all'improvviso chiamate, messaggi, email, restano senza risposta e si perde ogni traccia dell'altro/a.

Questo comportamento non si riferisce solo a rapporti di amore, ma spesso anche a quelli di amicizia.

Ma perchè accade questo?

A cosa si deve tanta diffusione?

All'improvviso il/la ghoster sparisce, non risponde più a nulla fino a bloccare la persona su WhatsApp e social network.

Le motivazioni possono essere le più svariate, anche se la più banale e semplice è la velocità di archiviare un rapporto senza assumersene le proprie responsabilità.

Alla radice della psicologia del ghoster c'è la volontà di evitare un confronto diretto e una scarsa abilità nel comunicare.

Il tratto comune di queste personalità è ovviamente una immaturità emotiva che si traduce in una scarsa consapevolezza di sè e di autoanalisi.

Chi fa ghosting viene spesso ritenuta una personalità narcisistica, che tende a vedere esclusivamente i propri bisogni.

Questa è in effetti una caratteristica di molti ghoster ritenuti egocentrici, cioè centrati su di sè, manipolatori, quindi poco propensi a porsi il problema di quanto il proprio comportamento possa ferire la sensibilità dell'altro.

In alcuni casi però la decisione di sparire può essere legata - anche se in maniera decisamente minore e più rara - ad altre dinamiche emotive, come il timore di non sapere gestire la reazione dell'altro in caso di abbandono.

Il ghosting, da parte di chi lo riceve, fa così male perchè provoca un senso di disagio e frustrazione.

Diverse sono le reazioni emotive, ma la più frequente è la rabbia per non avere ricevuto spiegazioni.

Spesso le emozioni sono contrastanti, in conflitto tra loro: chi subisce ghosting infatti si ritrova in una situazione sospesa, di aspettativa a una risposta che non arriverà.

Questo comportamento è - nella sua essenza più vera e profonda - una violenza psicologica perchè mina l'integrità emotiva e l'autostima di chi la subisce.

Come uscirne?

Ecco che qui ci riallacciamo alle due fiabe citate all'inizio, dove i protagonisti, dopo l'immediato senso di vuoto e di delusione, riusciranno a ritrovare una buona dose di accettazione e di cura verso se stessi.

Determinati a superare "l'abbandono" con la consapevolezza che la vita è una continua sorpresa di risorse personali fino allora sconosciute e di possibilità.

Una strada dove la "magia" si può presentare in qualunque momento nel percorso del "viaggio" della vita: il più importante e avventuroso perchè come scrive Pablo Neruda

"nascere non basta.

E' per rinascere che siamo nati.

Ogni giorno."

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