Il Cappello Magico

 Fiaba di Eva (09/01/1998 data di consegna).



Tanto tempo fa, in un paesino piccolissimo e isolato ma molto accogliente, viveva, in una casetta tanto perfetta quanto piccola, una bimbetta riccioluta e paffutella.

Suo padre era il falegname del paese, la mamma accudiva la casa e il fratellino minore della bimba.

Anna, questo è il nome della vispa figlia maggiore, aveva dentro di sè solo un unico, grande desiderio poter raggiungere il sole, con qualunque mezzo, e poi da lì, guardare il suo paese e la sua casetta...Lei sapeva che anche se non sarebbe riuscita a vederli bene per la distanza, il suo cuore gli avrebbe indicato il punto giusto! Avrebbe poi voluto prendersi un pezzetto di sole, per ricordo, e tenerlo sempre con sè.

Nonostante più volte i genitori abbiano tentato di dissuaderla, un giorno Anna decise di preparare la sua sacca e partire, incamminandosi verso il sole.

Fece molta strada, con coraggio e costanza, senza mai stancarsi un attimo. Venne presto la sera e Anna era talmente stanca che si addormentò camminando e cadde a terra. Fece uno strano sogno, parlò con una civetta col cappello, che le ripeteva - "ti piace il mio cappello? Eh? Ti piace il mio cappello? Eh?" - lei nel sonno disse: - "sì, è di un bell' azzurro, mi piace".

- "Bè, se vuoi te lo regalo, ma tu devi farne buon uso! Sai, questo non è un cappello qualunque! E' magico! Chi lo indossa riesce a trovare la soluzione per tutti i problemi".

Al suo risveglio Anna trovò posato accanto a lei il bel cappello e senza esitare un attimo lo indossò. Nel mezzo di un bel viale alberato vide poi un bruco che attirò la sua attenzione, piangeva perchè voleva diventare farfalla.

Lui la chiamò dicendo: "tu devi aiutarmi, ti prego! Qui non passa mai nessuno e io ho bisogno di confidarmi, mi ascolterai?"

- "Sì certo!"

- "Vedi?" , riprese il bruco, "io sono sempre qui da tanto tempo e mi annoio. Guardo solo quella bellissima farfalla che mi vola intorno, e voglio essere farfalla anch'io".

- "Oh, mi dispiace sa signor bruco...non saprei che dirle..."

Il cappello le fece balenare in testa un'idea

- "e se invece di commiserarsi sognasse di essere già una bella farfalla? Pensi di volare anche lei, funziona".

- "Oh sì, è vero! Ah che bella farfalla mi sento ora! Posso pavoneggiarmi anch'io!!"

Anna riprese soddisfatta il suo lungo cammino.

Poi incontrò anche un viandante, era stanco e assetato, era spossato.

Anna si fermò perchè voleva aiutarlo, e poi sapeva che grazie al suo cappello avrebbe certamente trovato la risposta giusta per il suo problema.

- "Bimba", disse il viandante, "sono molti giorni che non bevo, ti prego fammi bere, sono sicuro che nella tua sacca hai con te qualcosa per dissetarmi".

- "Mi dispiace signore, ma io mi abbevero nei ruscelli, con me non porto acqua".

Poi pensò tra sè e sè: "forza cappello magico fa che io possa aiutare quest'uomo!"

Poi sentì appesantirsi la sacca, l'aprì e dentro ci trovò una borraccia piena di acqua fresca, la più limpida che avesse mai visto e la donò al viandante che la ringraziò molto. Poi se ne andarono, ognuno per la sua strada.

Dopo molti giorni di cammino lungo, solitario, faticoso, si faceva strada in lei il pensiero di dover risolvere anche il suo problema: raggiungere il sole.

E fino ad ora una risposta non l'aveva ancora trovata, semplicemente perchè al cappello non lo aveva ancora mai chiesta.

Era così preoccupata per i problemi degli altri, che a sè non aveva ancora mai pensato. Sollecitò il cappello, lo toccò, lo rigirò, ma niente.

Innervosita lo gettò a terra gridando - "Stupido cappello, quella civetta aveva torto, tu risolvi i problemi di tutti tranne i miei!!!"

Allora ebbe un'idea: - "dormirò", pensò, "devo dormire finché non sognerò di nuovo la civetta, e allora le chiederò consiglio".

Anna sognò di essere al centro di una specie di boschetto, in mezzo ad uno spiazzo e con intorno dei bellissimi alberi, disposti a cerchio.

- "Ciao Anna" , le dissero gli alberi in coro.

- "Oh, sapete il mio nome!", disse lei con stupore.

- "Sì, noi sappiamo tutto di tutti ed anche di te! Ci hai chiamato in sogno ed eccoci qua. Siccome siamo in tanti, forse qualcuno di noi potrà aiutarti".

Così si consultarono tutti insieme, poi dissero sorridenti: - "ecco Anna, lo sai qual è la soluzione al tuo cruccio?"

Poi si avvicinarono tutti e sfoderando grandi sorrisi, quasi a prenderla in giro, le dissero tutti insieme: - "NON c'èèè, non potremo dirtela maiii". E intanto sorridevano ma con viso benevolo.

Anna esclamò indispettita: - "se avevate intenzione di farmi perdere tempo, potevate dirmelo subito!"

Allora l'albero più saggio, il più anziano, le spiegò il motivo della loro risposta così enigmatica, e disse molto pacatamente: - "Vedi piccola e cara Anna, non offenderti per colpa nostra; sai, questo bel luogo è chiamato il boschetto del non tramonto perchè c'è sempre la luce del sole. Ecco perchè siamo così rigogliosi! Ma dipendiamo strettamente solo da quell'unica cosa grande e preziosa che è il sole. Se venisse a mancare moriremmo tutti. Quindi, devi capire che non puoi basare la tua giovane vita con l'unico fine di arrivare al sole, non te lo puoi permettere! Questo per il semplice fatto che poi ti bruceresti di sicuro, ed allora la tua vita si spegnerebbe del tutto. Rifletti Anna, prova ad accontentarti della tua fantasia, poichè il sole è bello ma ci si deve limitare a guardarlo e a sognarlo, mai a toccarlo: ci si può bruciare".

Anna non voleva crederci e se ne voleva andare.

- "Anna, hai tanta fantasia, usala. Indaga dentro di te perchè il sole che cerchi tu ce l'hai dentro, non è quello che vedi in cielo. Trova il tuo sole, ognuno ha il suo. Egli ti guiderà sempre". Le disse l'albero saggio.

Anna si svegliò; non trovò più il cappello accanto a sè ma un fiore profumato a testimonianza del ricordo lasciatole dagli alberi.

- "Hei, pensò Anna, sogno o son desta, ma cosa è successo?"

Si rimise in cammino ma era confusa, perchè nella mente le scorrevano ancora le parole dell'albero saggio.

Ad un tratto un pensiero le aprì la mente: - "l'albero saggio e tutti gli altri del boschetto hanno ragione, io cammino da molto tempo ma ancora il mio scopo non l'ho raggiunto, ma non ne ho modo, è come se ci girassi intorno. Già, da ora in poi DEVO cercare il MIO sole, quello senza il quale non potrei vivere. Non posso inseguire ciò che è solo un bel sogno".

E così si rigirò indietro e prese la strada verso casa, all'affetto di tutti i suoi cari.


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